Maranello, 21 luglio 1987.

Davanti alla stampa Enzo Ferrari, Nicola Materazzi e Leonardo Fioravanti presentarono in anteprima una della auto sportive più belle di tutti i tempi sicuramente la Ferrari più famosa di sempre.
Nata per celebrare i quarant’anni di attività della casa di Maranello lasciò a bocca aperta tutti gli invitati alla presentazione, ma la F40 in realtà fu realizzata per altro.

Nessuno poteva però immaginare che quella sarebbe stata l’ultima presentazione per quel trio, l’ultima per il Drake che venne a mancare l’anno successivo e l’ultima per Nicola Materazzi che lasciò il proprio incarico in Ferrari qualche mese dopo.
L'ultima presentazione per Ferrari con i suoi uomini.

La F40 fu la conclusione di un ciclo durato un triennio dove il genio di Materazzi progettò e disegnò 3 assoluti capolavori: 2 auto stradali ed 1 da corsa da cui nacque appunto la F40.
La 288 GTO Evoluzione, seconda della stirpe, fu concepita per competere nelle corse di durata e nella categoria Gruppo B dei Rally. Interamente progettata da Materazzi purtroppo, a causa dei nuovi regolamenti sportivi in vigore dal 1987, rimase un prototipo.
La F40 era comunque pronta e Fioravanti per Pininfarina riprese “semplicemente” le linee per vestirla con un desing immortale.

Tutto però nasce nel 1984 quando l’Ingegnere Nicola Materazzi, allora responsabile tecnico del reparto corse, fu incaricato da Ferrari - preoccupato per il calo vendite della auto stradali - al progetto di un nuovo motore V8 per le vetture di serie che fosse in grado di riportare il marchio al top come prestazioni ed ovviamente vendite.
Dopo il motore Materazzi progettò anche il turbo, il cambio e tutta la meccanica della 288 GTO mettendo le basi ad un progetto di estrazione “Gruppo B” (la produzione di serie infatti prevedeva inizialmente 200 esemplari, il minimo consentito per poter accedere alla competizioni) che purtroppo rimase tale ma divenne invece leggenda con la presentazione della F40.

Norschleife, 11 aprile 2025.

Esatto...avete capito bene!

E’ l’unica pista presente in GT7 dove spremere e spingere al massimo la 288 GTO.
Fra le curve ed i dislivelli del Green Hell dovrete combattere contro oltre 400 cv senza il minimo aiuto di guida, capire come gestire il turbo lag, l’elevato consumo del carburante/gomme e le reazioni improvvise che la GTO, da vero purosangue, ha quando lvi avvicinate al limite.
Tutto sarà stock, di fabbrica, ad eccezione dello scarico sportivo e della frizione semi-corsa inserita per cercare di colmare il gap fra chi usa il cambio H rispetto a chi invece utilizza il sequenziale al volante.

Il Force Feedback al volante è pieno, la guida appagante e nemmeno troppo complicata perlomeno sino a quando non si cerca di portare la GTO oltre il limite.
Ti ci porta da sola al limite ma dopo tutto diventa più complicato.
Serviranno parecchia attenzione e una buona concentrazione per tagliare indenni il traguardo dopo oltre 50 minuti di gara assolutamente folle!